Le Triton Series, diventate una realtà anche dalle nostre parti per espressa volontà di Paul Phua, quest'estate hanno fatto tappa a Londra. All'interno della kermesse si è svolto il torneo più costoso di sempre: 1.050.000 sterline il buy-in per un premio da oltre 20 milioni di dollari americani. L'esperimento sembra essere ben riuscito come dimostrano i 54 ingressi totali a un evento a dir poco proibitivo per le tasche di chiunque, anche dei più affermati. C'è chi però, tra i partecipanti, non ha colto a fondo l'unicità dell'evento e ha preferito giocarsi le sue chance di vittoria arrivando allo showdown già al flop, quando ancora l'average stack era attorno ai 250 bui. Una dinamica particolarmente aggressiva che non tiene affatto conto dello stack management, ovvero della capacità di amministrare le chip nelle varie fasi del torneo. Perché nei tornei accumulare gettoni è importante, ma lo è ancor di più sopravvivere. Ripercorriamo assieme l'action: Secondo livello di giornata, bui 1.500/3.000, big blind Ante 3.000. Rick Salomon apre da middle position a 10.000 con A♠️ K♠️, chiama un avversario alla sua sinistra e Andrew Pantling, da bottone con Q♥️ Q♦️, opta per una 3-bet a 30.000. Entrambi giocano con oltre 250 big blind a disposizione e Salomon decide di 4-bettare a 110.000, qualcosa come una quarantina di big blind. Pantling chiama. FLOP: Q♠️ J♦️ 8♠️ Al flop si scatena quel che già nel preflop era intuibile: Salomon prosegue nell'aggressione puntando 50.000, circa 1/4 pot, Pantling rilancia a 150.000 e Salomon va all-in per circa 550.000 restanti. Snap-call. TURN: 4♥️ RIVER: 8♦️ Rick Salamon è il primo eliminato del torneo più ricco della storia. Perché Salomon ha rischiato troppo in questo spot? Se la dinamica preflop sembra essere abbastanza standard, eccezion fatta per le size utilizzate abbastanza larghe (raise 3.2x di Salomon, 3-bet 3x in posizione di Pantling, 4-bet 3.8x di Salomon), l'action al flop lascia qualche dubbio. Il range di flat alla 4-bet di Pantling conterrà prevalentemente monster hand (A-A/K-K/Q-Q) e qualche volta delle suited connectors per bilanciare (8-7/8/9/10/9) o mani come K-Qs/Q-Js che giocano in posizione con una buona board equity. Su un flop del genere due delle quattro pair più forti hanno settato (J-J/Q-Q) mentre le altre due hanno un discreto vantaggio sulla mano di Salomon. Per quanto riguarda le restanti combo menzionate sopra, 10-9 è il punto nut e Q-J chiude una doppia coppia. Fatte queste considerazioni alla bet al flop sarebbe preferibile un check-call. L'entità del piatto è già enorme (oltre 80 big blind) e gli stack a disposizione di entrambi superano i 150 bui. Un'eventuale puntata di Pantling offrirebbe delle buone odds per chiamare e rivalutare la situazione al turn. Dal punto di vista di Pantling il raise ci sta tutto. Nel range di Salomon le combinazioni di 10-9 sono pressoché esistenti, mentre ci sono tutte quelle di A-A, K-K, J-J e qualche rarissimo 8-8 giocato in maniera un po' fantasiosa. Ah, già, c'è anche A-K a Picche. Insomma, il canadese è pressoché certo di metterle da sopra nel caso si arrivasse allo showdown. Salomon invece non può che restringere il range dell'avversario a mani di assoluto valore: nella migliore delle ipotesi girerà una overpair (A-A/K-K), in tutti gli altri casi set o doppie. Il bluff in un frangente come questo è pura fantasia. Nonostante ciò però, decide di metterle tutte al centro accontentandosi di giocare il suo torneo da un milione di sterline al 33%.